SPETTACOLI

Ca’ Mea

DESCRIZIONE:

CA’ MEA è una casa, o meglio un’idea. 

CA’ MEA si disfa e si ricrea. 

A CA’ MEA vivono tre eclettici personaggi che cercano, con insistenza, di andare d’accordo. 

Sono tre donne, tre abitanti dalle infinite personalità che porteranno il pubblico nell’intimo della loro convivenza fatta di equilibri quotidiani, di oggetti che le respingono e di compleanni da festeggiare. 

Le verticali, una grande sfera, un filo teso e l’acrobatica sono le fondamenta di CA’ MEA, CA’ TUA, o forse Ca’ NOSTRA, sicuramente un luogo, o meglio un’idea, in cui puoi abitare anche tu.

CA’ MEA uno spettacolo sincero, un po’ assurdo e molto accogliente.  CA’ MEA è un porto sicuro in cui il pubblico si riconosce con commozione, in fondo è sempre una questione di equilibri da trovare, in famiglia, in amicizia, in amore, nel lavoro.  CA’ MEA ci ricorda il potere che abbiamo di rimanere in equilibrio nei disequilibri della vita.

Durata:

Per Palchi, Teatri e Chapiteau – 50 minuti

Per Festival all’aperto e Festival di strada – 30 minuti

LINGUA:

Lo spettacolo prevede del testo che può essere tradotto in base al paese nel quale viene presentato

CREDITS: 

Interpreti e co-autrici: 

Gaia Cafaggi, Alessandra Ricci, Agnese Valentini 

Occhio esterno: 

Giorgio Bertolotti 

Aiuto alla drammaturgia: 

Clio Gaudenzi 

Occhio esterno organizzativo: 

Annalisa Bonvicini 

Produzione: 

Compagnia AGA 

Con il sostegno di:  

Arterego aps, Festival Equilibri, Eden Park Bologna, Valle Gaudia, Castel-chic, Ca’ Bigia circus house. 

Grazie a:  

Camilla Poli, Luca Squatrito, Andrea Montevecchi. 

L’equilibrio…
una lotta accanita

di sforzi…
inutili

Dicono di Noi

“Equilibri

È sempre questione di equilibri 

In famiglia, amicizia, amore, lavoro Equilibri saldi 

Equilibri saldi costruiti su precarietà esistenziali

In questo tempo 

Di questi tempi 

Del nostro tempo 

Ho riso, mi son divertita 

Mi sono commossa all’improvviso 

Il frangente di un abbraccio da copione m’è divenuto personale 

Ode all’amicizia 

“Ca’ Mea è una casa, che può essere la tua o la sua” 

come la vita come la società come il mondo 

E poi ti accorgi di aver scattato poche foto catturata dallo spettacolo 

Auguri Gaia! Grazie ragazze”

Manuela Biancospini, Ca Mea al Circo Paniko, Gradara


”Stupende, mi sono emozionata, divertita, stupita e alla fine avrei voluto rivedervi di nuovo. C’è una bella luce nei vostri occhi e una grande armonia nei vostri gesti.”

Manuela Menozzi, Equilibri Festival, Casalecchio di Reno 


“Ma c’è posto in casa vostra? voglio venire a vivere con voi”

Anna Vittoria Ferri, La Tre giorni al Casale 


“…Si vede che vi divertite e viene voglia di scendere a giocare con voi! Mi avete trasmesso spensieratezza e allegria! E quando esco da uno spettacolo con questa emozione sono: “aahhhhhhhhhhhhhh che figata”

Cecilia Sdrubolini, Ca’ Mea al Circo Paniko, Recanati 

PERFORMANCE

La Sfera

Gaia Cafaggi – Durata 6′

Una persona bassa, una palla grande: Gaia e Sfera.
Questo è un gioco ed è fra un oggetto e una persona, una ricerca curiosa.
Gaia cerca, ma cosa cerca?
Un divertente gioco di controllo fra l’oggetto e la persona: è Gaia o la sfera a decidere dove andare?
Questo non è chiaro nemmeno a loro e forse non lo sarà mai.
Sembra una relazione complessa la loro, ma chissà, forse il segreto è proprio quello, la risposta sta nel mezzo, come nei più comuni rapporti.
Ed è qui, fra tecnica, dialoghi, evoluzioni e movimenti delicati che Gaia e Sfera troveranno il loro equilibrio e continueranno il loro gioco di ricerca.

Facciamo che oggi è il mio compleanno!

Filo Teso

Agnese Valentini – Durata 6′

Spesso si paragona il funambolo ad una situazione precaria, instabile e rischiosa. Agnese al contrario su quel filo si sente a casa e questo è quello che proverà a passare al pubblico, tra evoluzioni e piroette su un filo, passo dopo passo capovolgerà i vostri sentimenti. La durezza del ferro si unirà alla morbidezza del movimento per un ballo a due tra un filo e una filferrista…

Alves

Agnese Valentini – Durata 6′
Work in progress – Progetto di residenza

Alves era il nome della proprietaria del manichino che ho comprato, un oggetto vecchio che occupava una cantina da liberare. Ho cercato un manichino perché avevo bisogno di parlare di una donna che non ha più un corpo dove abitare. Quindi perché non unire queste due storie e farne nascere una nuova?

Alves è un’idea ancora embrionale che comprende tre soggetti: io, un manichino da sarta e un filo teso e vuole scoprire il rapporto che può nascere tra di loro e tra i loro passati. Le cause di questa idea sono tante, e tra queste indagare come un oggetto inanimato può relazionarsi con un essere animato. Io sono il contenitore delle varie storie, che voglio raccontare attraverso il corpo, l’equilibrismo è quel punto di fragilità, di lotta e di ricerca che mi aiuta a stare nella realtà con delle consapevolezze nuove.

L’equilibrio e’ come il cactus sul balcone…
…a volte ….cade

Verticali

Alessandra Ricci – Durata ‘6

Una ragazza, un giornale e un mondo capovolto.
Sottile, delicato, piano… Fai piano, ma non troppo piano, precario, respira… È L’EQUILIBRIO.

Papel adora stare in equilibrio sulle mani, si diverte a capolgere il mondo e ad osservarlo da un’altra prospettiva.

Danza, acrodanza, verticali e un giornale di carta, un amico gentile, simpatico ma piuttosto dispettoso.